Tisane calde e fredde in bustina: buonissime, ma...

scatola di tisane in bustina
 "Che buona! Dove la prendi?" "Che profumo! Io la bevo sempre, fa benissimo!"
Le tisane sono un cult. Hanno spesso un colore meraviglioso, profumano così tanto che non c'è neppure bisogno di zuccherarle. Ci fanno sentire a posto con la coscienza perché sentiamo di stare facendo qualcosa di buono per noi stesse. Le diamo ai bambini, le portiamo al mare per idratarci.
È giusto, ma "il naturale" a volte non è così facile: nella lista di ingredienti della bustina, anch'essa coloratissima e accattivante, c'è una dicitura, che nasconde la vera "essenza" di queste tisane: AROMI.

L'industria degli aromi sintetici è tra le più fiorenti del mondo. Un aroma aggiunto è in molti casi un prodotto chimico di sintesi, cioè una molecola realizzata in laboratorio, a copia della molecola naturale che determina il profumo di una sostanza. In questo modo, come il colorante, può essere aggiunta a un prodotto per dargli il giusto sapore o un sapore più intenso. Gli aromi non sono necessariamente pericolosi solo perché fabbricati in laboratorio, pertanto non vi è nulla di male nell'usarli per insaporire un alimento che, a furia di processi di conservazione, disinfezione, congelamento, aggiunte di altri prodotti, perde sapore o varia col tempo. La molecola aromatica stabilizza e copre tutto il resto.
Il problema è piuttosto cosa vada a coprire l'aroma, e nel caso delle tisane in bustina, si tratta probabilmente di un mix di erbe secche di bassa qualità, neppure necessariamente quelle millantate (tisana al sapore di...) e magari piene di pesticidi e conservanti, affinché non ammuffiscano durante il loro permanere negli scaffali dei negozi, anche per anni.
Può un'erba naturale, per quanto essiccata, rimanere inalterata nel tempo? Quanto meno perderà il suo profumo. Ecco allora che l'aroma aggiunto diventa fondamentale alla vendita del prodotto.
Il sapore di queste tisane è molto intenso, e se ascoltato attentamente, un po' troppo intenso: lascia in bocca uno strano retrogusto. Profumo e colore di certe tisane in bustina sono troppo brillanti se paragonati allo stesso tipo di tisana preparata artigianalmente, con le erbe comprate in erboristeria.
Le bustine sono certamente più comode da usare, ma la comodità non è del mondo della natura.
Insomma: si tratta di scegliere e leggere le etichette. Il rischio è di farsi una tisana a base di conservanti e pesticidi, con un'erba di bassa qualità e di costo bassissimo per l'azienda che vi aggiungerà l'aroma e la confezionerà. Spesso sono erbe provenienti da zone del mondo dove di certo la coltivazione biologica non è di moda e la conservazione del prodotto, in attesa di essere imbarcato, avviene in magazzini non esattamente sterili.
L'efficacia terapeutica delle tisane in bustina è nulla o placebo: è proprio necessario, in nome del naturale, bere un infuso di un erba trattata e che arriva da migliaia di chilometri di distanza? Se fossimo eschimesi circondati dai ghiacci e dal solo lichene, forse sarebbe comprensibile. Ma siamo in Italia, il posto del mondo che vanta la massima varietà di vegetali in un'area geografica così ristretta. Di erbe, coltivate ed essiccate con cura, ne abbiamo tante: ci sono gli agrumi (anche da spremere), c'è la liquirizia, il finocchio, la menta.
È bello credere alle favole e immaginare che il profumo di cocco della mia tisana, che assomiglia tantissimo a quello dell'Arbre Magique, sprigioni da un cocco perfetto e succoso che magicamente è saltato dentro la mia tazza, diffondendo tutta l'atmosfera dei tropici nel mio salotto dell'Ikea. Ma è anche stimolante informarsi e fare davvero la differenza, non solo per la nostra salute: anche per un mondo migliore.

Loredana de Michelis

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